venerdì 10 gennaio 2014

Riforma delle Carriere e Retribuzione

Bravi o brocchi? 
Fateci capire una cosa. Secondo la Banca, noi siamo una popolazione meritevole o siamo un branco di brocchi?
Questo è uno dei punti chiave della faccenda. Si chiacchiera tanto di merito, di opportunità per il personale meritevole, e non si è ancora dedicata una riga a capire cosa sia il merito, come misuriamo il merito, quanto grande riteniamo sia la fetta di personale meritevole.
Nel documento della Banca si parla del 30% del personale che prenderebbe uno scatto di merito tale da compensare (per quel 30%) il dimezzamento dello scatto annuale che abbiamo attualmente.
Già il fatto di stabilire prima quanti saranno i meritevoli è ridicolo e contraddice il concetto stesso di merito.
Ma è comunque una filosofia inaccettabile. Stiamo parlando di 7mila persone su 7mila che vengono scelte sulla base di requisiti di assoluta eccellenza. Tutte le amministrazioni e moltissime banche ce li invidiano. Se la Banca arriva alla conclusione che - stando qui dentro - si imbrocchisca il 70% del personale, abbia il coraggio di dirlo.
Nel caso, noi diciamo che prima di affrontare un discorso su queste basi, vogliamo la testa di chi gestisce il personale così male da rendere brocche una fetta così ampia di persone che erano intelligentissime. E non ci riferiamo solo alla testa dei Capi dei servizi del Personale, ma ai Capi delle strutture, romane e periferiche.
Ma sappiamo che non è così. Sappiamo che non c’è un 70% imbrocchito. C’è un 70% che non fa parte della casta dei privilegiati e che questa riforma vuole spremere ancora di più.

Tempi lunghi
Nel volantino “Carriere: la Banca vuole farsi dire NO” avete scritto: “Una riforma delle carriere che ALLUNGA i tempi dei percorsi di carriera esistenti…. dimostreremo che un Vice Assistente con la normativa attuale deve attendere una media di circa 13 anni per poter sostenere il fatidico concorso a Coadiutore (un tempo già enorme). Con la riforma, il tempo medio diventerebbe addirittura di 42 anni (!!!): è questa è la riforma che doveva “velocizzare i percorsi di carriera”!?!”
Potete spiegare meglio?
Certo. Facciamo un esempio. Chi oggi entra come Vice Assistente deve attendere una media di circa 13 anni per poter sostenere il fatidico concorso a Coadiutore: un tempo enorme, come scrivevamo. Con la riforma proposta, c’è bisogno di 14 scatti di merito (quelli “salvo demerito”, o di anzianità come li chiama qualcuno, non vengono contati). E quanto ci vuole per avere 14 scatti di merito? La Banca ha scritto nero su bianco che solo il 30% del personale, per ciascun anno, sarà destinatario di scatti “di merito”. E’ quindi necessario prevedere il ritmo medio di uno scatto di merito ogni tre anni: un anno a me, un anno a te e un anno a quell’altro.
Fatta questa premessa, i tempi medi per essere ammessi allo scrutinio per il passaggio dalla prima alla seconda fascia (quella degli Assistenti) sarebbe pari a 18 anni (tempo medio per avere 6 livelli di merito) e per il passaggio dalla seconda fascia alla terza (corrispondente agli attuali Coadiutori) pari a ulteriori 24 anni (8 scatti di merito). Arriveremmo così a 42 anni di lavoro: questa è la riforma che doveva “velocizzare i percorsi di carriera”?
Ma chi gliel’ha scritta questa riforma? La ministra Fornero?

Merito o scatto
Meglio tenersi tutti il premio di presenza, l’efficienza, gli scatti annuali e gli altri emolumenti. Ricordate che il merito nel mondo in cui viviamo è sempre una cosa molto soggettiva.
Vero, il merito è molto soggettivo. Ma basterebbe impegnarsi un po’ per cercare di valutarlo, invece che produrre aria fritta dalla bocca. Se si fa un giro su Yammer, il social network aziendale, su cui scrivono anche persone “normalissime”, si trovano colleghi che sulla questione sono riusciti a studiare e abbozzare possibili indicatori molto migliori di quanto abbiano fatto due-servizi-due del personale.
Noi rifiutiamo l’alternativa “o merito o scatto annuale”. Tanto più se non siamo capaci di definire in modo oggettivo e condiviso il merito.
Viviamo una fase in cui una priorità fondamentale è recuperare potere di acquisto e garanzie diffuse: proprio per la delicatezza e l’autonomia necessaria per far bene il nostro lavoro.
Serve quindi un aumento garanzie economiche annuali, non una riduzione delle garanzie.
Poi possiamo parlare di merito: il quale merito dovrebbe servire per determinare chi assume incarichi e funzioni in modo più veloce, o a ricevere crediti formativi, non a togliere soldi ai colleghi.
Questa è la nostra filosofia della riforma delle carriere. La Banca che filosofia ha? 

Questione Segesi
Noto che ogni tanto, una o due volte all’anno, i sindacati si svegliano dal sonno..
Parlo con cognizione di causa, facendo parte di quella categoria segesi che per troppi anni è stata illusa con promesse congiunte banca-sindacati e che alla fine ha ottenuto il grandissimo risultato di svolgere mansioni superiori con lo stesso inquadramento e con lo stesso stipendio anzi con qualche indennità economica in meno.
Non credete che quest’esempio sia indicativo della volontà-capacità dei sindacati e della banca di risolvere i problemi con effetti positivi sui colleghi-dipendenti?
Nel merito della questione Segesi, noi siamo da sempre convinti che la soluzione passa necessariamente attraverso una seria riforma delle carriere.
Se la soluzione proposta dalla banca non ti trova d'accordo, sappi che non accetteremo un reinquadramento come quello prospettato per i Segesi. Tra l'altro, a differenza di qualunque altra categoria, aggruppata tutta insieme in un'unica fascia (l'ultima, per non sbagliare). Nel reinquadramento dovrà  riconoscersi la professionalità maturata nella carriera Segesi in ogni forma.

Cosa rischiamo di perdere?
Dal punto di vista retributivo, rispetto ai trattamenti attuali cosa perderemmo?
Hai presente lo scatto pesante che è attualmente previsto viene preso e tagliato in due. Metà lo perdi, metà ti resta. Quella metà che ti resta, tanto per essere chiari, è nella gran parte dei casi inferiore anche allo scatto leggero.
Poi si perde il premio di presenza (che equivale circa al 7% dello stipendio), che finisce in un calderone chiamato “Componente per il risultato” che viene distribuito solo in parte a tutti, e in parte destinato alla parte alta della scala gerarchica.
Poi si perde l’efficienza aziendale, che finisce nello stesso calderone e viene distribuita con le stesse modalità di cui sopra.
Poi si perdono le risorse dei servizi sociali del CASC, su cui la Banca vuole mettere mano per non meglio precisati interventi per la famiglia (proprio dalle risorse dei servizi sociali bisogna prendere i soldi??).

L'anticipo è un imbroglio
Per noi giovani, l’anticipo sui maggiori scatti che avremmo avuto col sistema attuale e non avremmo più con la riforma non è comunque conveniente?
Per niente. E’ un tentativo di corruzione con l’imbroglio. Per essere chiari: vogliono comprare con due lire il nostro futuro, e riprendersi pure i soldi!
Diciamo chiaro che questa riforma rappresenta macelleria sociale contro i neo assunti di domani, che entrerebbero su livelli stipendiali probabilmente più bassi, senza mai vedere nemmeno gli “scatti pesanti” e senza nemmeno la “componente di garanzia” di cui parliamo fra breve. La premessa di una nuova guerra generazionale (dopo i post ‘93, i post 2014?) che nessuno può consentire.
Per noi, rappresenta macelleria sociale anche contro i giovani già in servizio che non hanno goduto di tutti gli “scatti pesanti” del loro grado, e che rappresentano ormai l’unica garanzia contro blocchi di carriera, di contrattazione, di stipendio, ecc. E poco vale l’anticipo promesso dalla Banca, definito “componente di garanzia”: ossia la differenza, se positiva, tra gli scatti di anzianità maturabili nell’attuale sistema e in quello nuovo, calcolata in un arco temporale pari alla metà della vita lavorativa residua.
Poco vale perché quei “pochi maledetti e subito” verrebbero riassorbiti dalla Banca al primo passaggio di fascia. Una mancetta ti resta in tasca. Qui nemmeno quella. 

Il merito di un'Istituzione è...
Leggo che parlate di merito. Ma nelle aziende private, il merito coincide con il raggiungimento del risultato. Per un’Istituzione, dovrebbe coincidere con la soddisfazione del cittadino. Non può essere valutato con una ottica biecamente economicista.
D’accordissimo. Peter Drucker, economista di fama mondiale, sostiene che “chi lavora molto è efficiente. Ma se trascura l’essenziale non è efficace, perché fa solo un mucchio di cose”. Noi siamo un’Istituzione, ma ci comportiamo come una banchetta privata che va dove tira il vento e deve quadrare i conti. Tagliamo sui costi del personale e aumentiamo gli utili per gli azionisti. Invece di pensare alla soddisfazione del cittadino, pensano solo alla soddisfazione delle banche azioniste. E la coincidenza temporale con la rivalutazione delle quote del capitale Bankitalia è - naturalmente - del tutto casuale… o no?

C'è chi dice Nì
La disponibilità espressa di CIDA e DASBI a trattare sulla riforma su queste basi (ovvero con il vago obiettivo di “remunerare il merito” e senza analizzare debolezze e punti di forza dell’attuale sistema), desta vive preoccupazioni. La proposta della banca mi sembra infatti in gran parte peggiorativa dell’attuale situazione e con diversi aspetti ancora oscuri.
La Banca potrebbe varare la riforma – per la carriera direttiva – con l’assenso di queste due sole sigle sindacali?
Noi riteniamo che il pallino non ce l'abbia in mano né il CIDA, né il DASBI, né il SIBC, o la FALBI o la CGIL. Ce l'abbiamo tutti noi dipendenti. Una riforma delle carriere del genere non può passare contro una forte maggioranza di persone in carne e ossa che l'appoggiano. Sta a ciascuno trovare forme idonee per esprimere il consenso e il dissenso da questo progetto.
Per il resto della tua domanda, diciamo che CIDA e DASBI sono maggioranza sui direttivi, ma la riforma si impernia sul necessario ripensamento della figura dei Coadiutori, che sono inquadrati attualmente fra gli operativi. Sarebbe impensabile "fare da soli".

Smantellamento delle trattative
Come fresco dipendente di Banca esprimo forte preoccupazione per l’andamento delle varie trattative e le prospettive del prossimo futuro. Innanzitutto mi sembra che ormai ci siano numerosissimi tavoli di trattativa aperti e di conseguenza non possano che procedere in modo impercettibile: fondo pensione, riforma delle carriere, orario di lavoro, filiali, nuovo contratto…. 
Inoltre su taluni discorsi, come quello della riforma delle carriere, onestamente mi sembra che ci sia un gioco esclusivamente pretestuoso da parte della Banca, per cui io lì eviterei proprio di accettare incontri fino a che non si evidenzi un cambio drastico dell’indirizzo. E’ possibile che la Banca prosegua lo stesso? E in questo caso, ci sarà un momento in cui si proverà, nonostante gli sconfortanti precedenti, a procedere con iniziative di sciopero?
Hai molte ragioni. E molte responsabilità hanno i sindacati a "lasciar fare" alla Banca i classici giochi delle tre carte sui diversi tavoli negoziali.
Tuttavia, ti rispondiamo con un messaggio appena ricevuto: "Questi non si rendono conto che rischiano di smantellare la Banca come Istituzione. Il perno di un'Istituzione è il senso di appartenenza dei suoi dipendenti e di fiducia nelle sue regole. Al contrario, stanno introducendo solo forti elementi di disgregazione. E le persone stavolta lo hanno capito subito."

L'illusione del migliore mondo possibile
Viviamo nell’illusione… ossia nella mancata consapevolezza che le cose possono cambiare e che gli artefici siamo noi. Purtroppo devo ammettere che spesso, perché si verifichi una profonda presa di coscienza e che in noi stessi scatti un “certo” meccanismo, c’è bisogno di un trauma, altrimenti la gente continua a dormire, a sognare che qualcuno mandi in regalo un pacchetto dal cielo con dentro chissà quale roseo futuro...
Molti ragazzi, specialmente i ragazzi, appena entrati pensano di essere nel migliore mondo possibile. Per certi aspetti hanno ragione: fuori è molto, molto peggio. Per altri aspetti hanno torto: non solo perché ieri il “migliore mondo possibile” era molto migliore, e l’altroieri ancora di più.
Ma perché oggi, qui e ora, questo NON E’ il “migliore mondo possibile”. E’ un mondo in cui ci sono enormi discriminazioni fra persone, fra gradi, fra aree lavorative, fra generazioni e generi. Discriminazioni che originano da chi ha le leve del comando, e che sta spingendo in ogni modo affinché queste discriminazioni aumentino a dismisura.
Il nostro ruolo è quello di opporsi a un processo che rischia di danneggiare tutti noi, e di “cambiare verso”. La consapevolezza delle persone, come giustamente dici, è una cosa importante. Troppo importante per lasciarla in mano a chi ne ha paura.